Giovedì 21 novembre presso il Circolo Equitazione Reggio Emilia(CERE), in interclub con il Rotary Club Reggio Emilia Terra di Matilde, si è tenuto un importante appuntamento sul tema ‘L’epatite virale una storia (quasi) conclusa’, che ha visto come protagonista il Professor Mario Rizzetto, uno dei maggiori esperti mondiali delle malattie epatiche e scopritore dell’epatite D.
Dopo i saluti di rito del Presidente del Rotary Club Reggio EmiliaGiovanni Baldi, che hanno introdotto la serata, la parola è passata al Socio Giovanni Fornaciari, tra i promotori dell’evento, al quale è spettato il compito di presentare alla platea il Professor Rizzetto,già Primario della Divisione di Gastroenterologia dell’ospedale S. Giovanni Battista di Torino e oggi professore emerito di Gastroenterologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università torinese.
Non solo un medico e uno scienziato ma anche un amico. Queste le parole del Socio Giovanni Fornaciari, che hanno offerto ai presenti un’immagine diretta e autentica del Prof. Rizzetto: un uomo di scienza, con un’incredibile vera passione per la medicina,ma al contempo una persona dotata di grande umanità e sensibilità.
L’interessante relazione del Prof. Rizzetto sullo “stato dell’arte” nella cura e la diagnosi dell’epatite, ha confermato appieno le sue grandi doti di relatore e l’incredibile capacità di poter rendere semplice ed esaustivo, oltre che accessibile a una platea non interamente specialistica, un tema molto tecnico e complesso. Ancora una volta la sensazione è stata quella di essere di fronte a qualcuno che conosce talmente bene la materia da riuscire a trasmetterla a tutti, nel modo più semplice.
La relazione è iniziata con un breve excursus storico sulle pietre miliari nella ricerca sui virus dell’epatite. In particolare, l’identificazione del virus dell’epatite B (HBV), nel 1965, e del virus dell’epatite A (HAV), nel 1973, resero evidente che molte epatiti virali non erano causate né dall’uno né dall’altro virus, bensì da quello – allora ignoto – dell’epatite C (HCV), che vennescoperto nel 1989. Il Prof. Rizzetto ha poi approfondito singolarmente le diverse patologie epatiche. L’epatite A viene contratta attraverso l’assunzione di cibi contaminati mentre i virus delle epatiti B e C si trasmettono attraverso liquidi biologici infetti(sangue e derivati). Quest’ultime, inoltre, tendono a cronicizzare e a provocare nel tempo cirrosi e tumore epatico.
L’incidenza dell’epatite B, negli ultimi decenni, è progressivamente diminuita grazie, soprattutto, alla strategia di vaccinazione (a partire dal 1991, infatti, il vaccino è stato reso obbligatorio per tutti i nuovi nati e per gli adolescenti dai 12 anni di età). Oggi, pertanto, tutti i quarantenni sono soggetti immunizzati. Anche l’epatite C è andata incontro a una progressiva diminuzione dovuta soprattutto alle migliorate condizioni igieniche, alla maggiore consapevolezza delle modalità di trasmissione e ai sistemi di prevenzione e screening per le trasfusioni. Per la terapia della malattia vengono usati farmaci a base di interferone, unico agente di provata efficacia nel trattamento dell’epatite C.
Si diceva in apertura che l’epatite è “una questione (quasi) risolta”: ha spiegato, infatti, il prof. Rizzetto che la cura delle diverse patologie epatiche, anche quelle da virus HCV, non ha eliminato il problema collegato alle cicatrici della cirrosi epaticacausata da epatite, e al conseguente rischio che queste possano determinare l’insorgenza di tumori epatici anche mortali.
L’incontro ha visto l’attenta e interessata partecipazione di tutti i Soci presenti, i quali hanno rivolto al Prof. Rizzetto molte domande e offerto spunti di riflessione e approfondimento. Il nostro Club ricorderà dunque con emozione e orgoglio questa conviviale, prova tangibile che anche il nostro Paese può fregiarsi di nomi, come quello del Prof. Rizzetto, che hanno dato lustro e prestigio all’Italia a livello internazionale.