Le eroiche imprese dei “Monuments Men Italiani”
Il richiamo al recente film, diretto e interpretato da George Clooney, sulla divisione delle forze armate “Monuments, Fine Arts, and Archives section of the Allied Armies”, formata nel 1943 dal presidente Roosevelt e dal generale Eisenhower con il compito di proteggere le opere d’arte dalla furia distruttiva della Seconda guerra mondiale, ha introdotto la dotta conferenza tenuta al Rotary Club Reggio Emilia, giovedì 3 dicembre, dal Socio architetto Lorenzo Ferretti Garsi che ha saputo coinvolgere i tanti Soci, familiari e amici intervenuti per ascoltare il racconto delle imprese eroiche dei “Monuments Men Italiani”.
Una storia vera di uomini innamorati dell’arte e dell’architettura, disposti a tutto, anche a mettere a repentaglio la propria vita, pur di salvare l’immenso patrimonio culturale che fa dell’Italia una nazione unica al mondo.
Rodolfo Siviero, Pasquale Rotondi ed Emilio Lavagnino, così come gli allora ministri Giuseppe Bottai e Carlo Alberto Biggini, sono stati ricordati come veri e propri protagonisti di imprese eroiche per salvare dalla furia nazista alcune delle opere d’arte italiane più importanti.
E’ grazie a loro se oggi possiamo godere della straordinaria bellezza di innumerevoli capolavori di valore inestimabile di Giorgione, Mantegna, Beato Angelico, Tiziano, Tintoretto, De Chirico per citarne solo alcuni.
Tuttavia, sono ancora molte le opere trattenute indebitamente dalla Germania, dall’Austria e dai paesi dell’ex Unione Sovietica, tra cui almeno 800 dipinti, alcune decine di sculture, statue greche, opere di Michelangelo, Perugino, Marco Ricci, molti fondi oro, arazzi, tappeti, mobili, strumenti musicali, di cui violini Stradivari, e centinaia di manoscritti.
Il loro recupero è affidato al Nucleo Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri e alla Commissione Speciale per il Recupero delle Opere d’Arte, guidata dall’Avvocato di Stato Maurizio Fiorilli, ma il lavoro da fare per il rientro in Italia delle nostre ricchezze artistiche è ancora lungo.