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Il bicentenario di Giuseppe Verdi e la raccolta fondi

Il bicentenario di Giuseppe Verdi e la raccolta fondi

Nella splendida cornice di una Sala degli Specchi gremita di pubblico, si è svolto un incontro, bello ed apprezzato, per celebrare il bicentenario della nascita (10 ottobre 1813) di Giuseppe Verdi.

L’evento è stato organizzato dal Rotary club “Reggio Emilia”, insieme con i Rotary club “Guastalla”, “Reggio Emilia Val di Secchia” e “Reggio Emilia Terra di Matilde”, e con le associazioni “Insieme per il teatro” e “Circolo lirico Giuseppe Verdi”, ed ha avuto anche il fine di raccogliere fondi per il progetto Polio plus della Rotary Foundation. Come ha ricordato alla platea il dott. Riccardo Zucco, delegato distrettuale Polio plus per le aree emiliane, il progetto “Polio plus” vede impegnata la Rotary Foundation già dal 1985, ed ha l’obbiettivo della completa eradicazione della Polio dal pianeta, attraverso la vaccinazione, in gran parte già compiuta, di miliardi di bambini, in ogni terra ed in ogni regione del globo. Questo ambizioso ed importantissimo obbiettivo, per il quale i Rotary del mondo hanno già investito oltre 1200 milioni di dollari, è ormai ad un passo dal successo definitivo. Proprio questo ultimo passo, che consiste nell’eradicazione della polio anche dalle ultime tre nazioni in cui la malattia è ancora presente (Nigeria, Afganistan e Pakistan), tuttavia, è il più importante e forse il più difficile. Perciò, ha spiegato ancora il dott. Zucco, adesso più che mai l’attenzione va tenuta alta e gli sforzi vanno intensificati, così da portare a compimento il progetto e così da non vanificare il lavoro, rilevantissimo ed onerosissimo, svolto fin qui.

Subito dopo il breve, ma fondamentale, discorso del dott. Zucco, nella prima parte della serata si sono esibiti sul palco il soprano reggiano Elena Rossi e il pianista, pure nostro concittadino, Marcello Mazzoni. Elena Rossi, accompagnata dal M.to Mazzoni, ha dapprima cantato “Tacea la notte placida”, da “Il trovatore”, e successivamente “Mercè dilette amiche, celebre bolero tratto da “I vespri siciliani”. Marcello Mazzoni, poi, ha intervallato le due arie con un’esecuzione della parafrasi composta da Franz Liszt sul capolavoro verdiano “Rigoletto”. Il bellissimo momento musicale, conclusosi con un bis concesso da Elena Rossi e tratto da “La traviata”, è stato molto apprezzato e molto applaudito da tutto il pubblico presente in  sala.

Successivamente, sono saliti sul palco Angelo Foletto, notissimo giornalista e critico musicale, Gabriele Vacis, Direttore artistico della Fondazione I Teatri e regista, e Giovanni Landini, direttore d’orchestra giovane, ma già avviato ad un’importante carriera. Foletto, Vacis e Landini hanno discorso di tradizione e innovazione negli allestimenti verdiani, e dunque di come si sia evoluto nel tempo il modo di interpretare  le opere del cigno di Busseto. Questo,  indagando, sia gli aspetti registici, sia quelli musicali e canori, sia il necessario coordinamento di tutte le componenti che debbono concorrere alla buona riuscita di una messa in scena. In particolare, Angelo Foletto ha sottolineato come il maestro Verdi fosse stato grande innovatore e artista modernissimo, sempre pronto a percorrere nuove strade, e, dunque, ha evidenziato come anche il pubblico di oggi dovrebbe ricevere e apprezzare con mente aperta, e senza preconcetti, ogni nuovo allestimento verdiano, tanto da saper cogliere quel, poco o tanto, che di positivo e stimolante esiste in ogni spettacolo teatrale. Giovanni Landini ha ricordato come nel tempo anche la prassi esecutiva musicale sia mutata, e come, oggi più che mai, in ogni nuovo allestimento direttore, regista, musicisti e cantanti debbano lavorare e costruire insieme. Gabriele Vacis, dal canto suo, ha ricordato al pubblico presente come il significato stesso di “tradizione” non sia quello che più facilmente a tale vocabolo si lega, ma sia un significato per cui anche la “tradizione” può portare in sé la “contemporaneità”. Contemporaneità, del resto, che, secondo lo stesso Vacis, è cosa ben diversa dalla “attualità”, e che sta a evidenziare anche il legame tra uno spettacolo e il tempo in cui viene messo in scena. Importante è, in altri termini, dare di un’opera una lettura registica e musicale in armonia “con il tempo” in cui questa viene interpretata.

Dopo la conversazione in tema di interpretazione dell’opera verdiana, sul palco è salito il noto chef (ma anche grande appassionato d’opera) Gianni D’Amato, del ristorante “Rigoletto” di Reggiolo, e oggi anche del “Caffè arti e mestieri” di Reggio Emilia. Gianni D’Amato ha mostrato e descritto al pubblico la composizione di una pietanza tratta dal ricettario di casa del Maestro Verdi, e rielaborata secondo il gusto di oggi dallo stesso D’Amato. La “minestra di Verdi” così preparata, infine, è stata offerta in assaggio a tutto il pubblico presente.

Come già si notava in precedenza, all’intera serata è arriso un grande successo di pubblico.